Saluto l’artista romana Anna Maria Baratto. Si sono svolti oggi i suoi funerali presso la Chiesa degli Artisti, in Piazza del Popolo, a Roma. Non c’è molto di lei in rete, me ne accorgo oggi. Difficile trovare foto delle sue opere, eppure nella sua galleria sfogliai diversi cataloghi. Devo ad Anna il Premio Fani nella sezione pittura, concessomi dall’Akkademia dei Prossimali, di cui lei è stata la presidentessa. Era il 2009. Ci vuole gente di una vasta profondità per capirmi ed Anna lo era o forse lo è ancora, poiché noi in fondo non sappiamo quasi niente della vita figuriamoci della morte. Ed aggiungo che un essere che ha provato bellezza, molta bellezza su questo pianeta, debba provarne ancora di più senza il limite del corpo. E mi auguro che l’energia di cui parliamo ed abusiamo verbalmente ci rubi totalmente dalla mente. Come oggi, a Gallipoli, seduto nel centro, con alle spalle dei pescatori che tiravano le reti, mi dicevo, in attesa: “finalmente una testa vuota, una testa che non significa niente. Una testa senza apicello, né condottieri, illuminata solo dal sole, dallo stesso sole che illumina i gabbiani e la pietra leccese.”  Di seguito una foto di lei ed una poesia di Pessoa prese dal suo blog:

L’ISOLA

Piangete, violino e viola/ piccolo flauto e bel fagotto./ Ecco, un’ isola incantata/ specchio di luna sotto la luna!/ I miei passi-sogno l’attraversano con un  fruscio / intersecato di ombra e luce./ Ah, potesse la mia anima non desiderare che questo/ dal suo essere niente altro che sogno!/ Violino, viola e flauto./ Ecco,  l’ isola è sospesa nell’ aria!/ In essa vado errando, silenzioso/ e indifferente./ E nell’ aria dove non c’è aria, ma la luce della luna./ I suoi sentieri sono noti ad ogni nota / della viola e del fagotto./ Ma è reale quell’isola, / come le nostre chiare isole mortali?/ Forse il flauto, la viola e il fagotto/ dischiudono una porta/ e mostrano in qualche modo, in qualche luogo,/ a ciò che guarda fuori  di me,/ quella rara isola sospesa/ in un mare intessuto di luna?/ Forse è più vera della nostra./ E queste sono vere? Ma ecco!/ Quell’ isola che non conosce le ore / né ha bisogno di conoscerle,/ e che altrove ha conosciuto/ la  verità e  l’ origine della luna, / si dilegua nell’ evanescenza  del flauto,/ del violino e del fagotto. (F. Pessoa)

Qui in alto una sua opera. Di seguito il link al sito dell’Akkademia dei Prossimali, che per volere di Anna continuerà tutte le iniziative: www.akkaprossimali.it/

Ciao Anna,

Orodè

 

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