Comincio oggi questo diario fotografico (e forse non solo) relativo al cantiere aperto in piazzetta Dante Alighieri, a Lecce, di cui mi onoro di far parte col mio mosaico di ceramica. Ma andiamo per gradi, poiché non si tratta solo di realizzare delle opere. Il progetto è a cura dell’associazione culturale JANUB, composta dall’architetto Afro Carpentieri e dall’antropologa Claudia Mollese. Com’è scritto nel loro sito

www.janub.wordpress.com

“L’associazione culturale J.A.N.U.B.( in arabo sud ) è un laboratorio di ricerca urbana, che affronta le problematiche della città contemporanea in maniera trans-disciplinare. In seguito ad un’analisi economica, sociale ed architettonica della città di Lecce JANUB ha creato un sistema di relazioni tra le problematiche del mercato lavorativo, la realtà dei fenomeni migratori, la condizione dell’artigianato e le potenzialità dell’arte applicata allo spazio pubblico.

Tale sistema ha trovato soluzioni nella proposta progettuale ARTIGIANUB.

L’idea del progetto è di valorizzare le antiche maestranze e le tecniche artigianali tradizionali quali il mosaico, la lavorazione del ferro battuto e la lavorazione della pietra. Lo scopo è di trasmettere le tecniche di costruzione tradizionali alle giovani generazioni ponendo particolare attenzione alle popolazioni migranti residenti in Puglia per permettere loro un reale inserimento socio-lavorativo.

Il progetto è iniziato con l’analisi territoriale del quartiere Rudiae. Tale analisi ci ha condotto in Piazza Dante Alighieri dove abbiamo iniziato un processo condiviso di progettazione dello spazio.

La proposta progettuale parte dai bisogni e i desideri espressi dagli abitanti della zona per arrivare a sperimentare il processo di costruzione delle opere e dello spazio pubblico. Il progetto prevede infatti di realizzare le opere di arredo urbano durante i workshop sulle tecniche artigianali. Il cantiere sarà un luogo di costruzione su molteplici livelli : l’arte interviene nella città, nella forma dello spazio e nella pratica della costruzione.

I lavori procederanno suddividendo la Piazza in tre lotti corrispondenti a tre cantieri per la realizzazione di un salotto urbano, un area gioco e un campo sportivo polifunzionale.

L’idea è di trasformare uno spazio pubblico in un campo di confronto dove la condivisione degli intenti è correlata ad una sperimentazione delle tecniche e ad una manualità che sappia trasformare più che costruire.”

“Nel largo denominato “de llu mezzaricchia” si costruisce con quei ragazzi che fino a ieri hanno vissuto la piazza come abitanti e che oggi in cantiere divengono gli artigiani che la plasmano. In questo luogo si lavora la materia e le relazioni, si fatica per fare la città cercando di ripensare i rapporti e le gerarchie del vivere quotidiano.”

Nel mese di gennaio sono state fatte delle selezioni per l’ammissione ai tre workshops sul recupero di antichi mestieri (mosaico, ferro battuto e lavorazione della pietra). Il primo corso è quello della lavorazione della pietra, condotto da due maestri artigiani della Scuola Edile della Provincia di Lecce, partner del progetto.

Il mio lavoro in questo progetto consiste oltre ad intervenire con la mia tecnica di mosaico sulle panchine, sul pavimento e sulle aiuole della piazzetta anche e soprattutto nel formare e seguire tutti i corsisti, perché la nuova veste della piazza sarà frutto del lavoro collettivo. Di seguito, per capire meglio gli intenti ed il luogo della città, dove operiamo a più livelli, copio ed incollo ancora dal sito di Janub:

“Per noi è cosi che la città parte dal basso stimolando fantasia, manualità e la possibilità di agire. In Piazza Dante si recuperano materiali di scarto e si cercano tecniche di costruzione con un impatto ambientale ridotto. L’architettura non è più un gesto referenziale ma una forma umana che diventa politica dello spazio, l’arte non è più a suffragio di pochi ma un sistema scultoreo fatto di relazioni.”

“Se la città di Lecce ha visto l’attenzione politica degli ultimi decenni concentrata sul fenomeno centro-storico, è importante partire dalla spazio delle periferie per promuovere altri significati non appartenenti alla sola sfera del turismo e alla città del consumo.

Piazza Dante Aligheri appartiene alla circoscrizione Rudiae-Ferrovia, limitrofa al rione San-Pio. San Pio, è un rione che storicamente è stato caratterizzato da fattori di esclusione sociale. Negli ultimi anni ha conosciuto un aumento esponenziale ed una diversificazione socio-culturale della popolazione. Nel rione risiedono attualmente molti giovani studenti e nuovi nuclei famigliari di origine straniera.

La morfologia della piazza è costituita da tipologie abitative a schiera con annesso un piccolo giardino privato, tipico della città orizzontale mediterranea basata sul fronte continuo che apre verso lo spazio pubblico attraverso scandite aperture. Piazza Aligheri  è frequentata da una popolazione mista e racchiude in se un alto potenziale sociale e architettonico come luogo di incontro inter-generazionale e di dialogo culturale. In passato le abitazioni adiacenti alla Piazza erano sede per gli alloggi degli operai delle Manifatture Tabacchi che sorgono alle spalle della stessa. Con l’abbandono delle manifatture, la piazza ha conosciuto degli importanti cambiamenti e secondo le testimonianze degli abitanti che ne hanno vissuto il percorso storico é stata caratterizzata da un degrado esponenziale.

Oggi la piazza si presenta in uno stato di semi-abbandono; la cattiva manutenzione sommata all’uso improprio fatto da alcuni utilizzatori rendono parti della piazza impraticabili ai bambini che la frequentano.

 Il nostro laboratorio non vuole servirsi dell’arte come mero strumento di decoro, ma come forma di comportamento sperimentale. Saremo quindi in tanti ad attivare il cambiamento dello spazio, secondo l’idea che ogni abitante può appropriarsi e modificare la città.”

Orodè

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